Viviamo in un'epoca in cui il valore sembra essere intrinsecamente legato alla permutabilità economica. Un'opera d'arte, se non riconosciuta dal mercato, rischia di essere vista solo come una mera espressione biografica, priva di valore "reale". Questa percezione è sintomatica di una società che misura tutto attraverso il prisma dell'economia, relegando anche la sfera politica a sottostare alle leggi del mercato
Nelle mie opere, questo tema non è soltanto un sottofondo, ma un aspetto chiaramente evidenziato. Ciascuna scultura, ogni installazione, riflette questa critica alla mercificazione dell'arte e alla commercializzazione della vita pubblica. Le mostre che organizzo non sono solo spazi espositivi, ma piattaforme per interrogare e sfidare il nostro rapporto con il denaro e il valore che gli attribuiamo. Attraverso l'arte, cerco di sollevare questioni fondamentali: Cosa rende qualcosa prezioso? È possibile un'arte veramente "libera" in un mondo dominato dall'economia? Queste domande permeano l'intero corpus delle mie opere, invitando gli spettatori a riflettere non solo sull'arte stessa, ma sulle strutture di potere e valore che definiscono la nostra realtà quotidiana.
Il mio obiettivo è utilizzare l'arte come uno strumento di resistenza e di provocazione, spingendo il pubblico a riconsiderare le priorità imposte dalla società consumistica e a riscoprire valori che trascendono il mero economico. In questo modo, l'arte diventa non solo un'espressione di critica sociale, ma anche un catalizzatore per il cambiamento, un modo per ispirare e incoraggiare una visione più etica e sostenibile del mondo.
Scultura di Nicola Dell'Erba